Mariano Sabatini presenta “Ci metto la firma!” a La giostra sul Due

08/08/2010

Domani lunedì 9 agosto 2010 alle ore 11.30, Mariano Sabatini presenterà “Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi” a La giostra sul Due il nuovo programma estivo di Rai 2 condotto da Valerio Merola.


Mariano Sabatini, tutti i volti del giornalismo: l’intervista di Valeria Scotti per telegiornaliste.com

19/06/2010

[ l’originale QUI ]

Uno dei mestiere più ambiti e più difficili: il giornalismo. Gavetta, raccomandazioni, scuole di giornalismo e molto altro ancora tra le pagine di Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi, l’ultimo lavoro di Mariano Sabatini. Giornalista professionista, Sabatini ha scritto di costume, cultura e spettacoli e attualmente firma la rubrica di critica tv sul quotidiano Metro, oltre a partecipare come opinionista in tivù e in radio.

Perché oggi non bisognerebbe perdere le speranze di entrare in un mondo come quello del giornalismo?
«Eh, bella domanda! Io mi chiedo perché ci sia ancora qualcuno che voglia fare questo mestiere. È durissima arrivare ad uno status degno. Nella carta stampata, in tv o in radio l’andazzo è quello di non pagare i giovani, restringere i compensi a tutti, fare i furbi… Il mio ultimo libro contiene una provocazione: torniamo a fare la gavetta, non affidiamoci solo alle università, per capire prima possibile, misurandoci sul campo, se abbiamo o no le capacità o gli strumenti per cavarcela».

Il bene e il male del giornalismo oggi.
«Il bene è quello di sempre, è un lavoro bellissimo, se fatto con coscienza e buona fede. Dare notizie, togliersi lo sfizio di dire la verità, o quella che onestamente ci sembra tale, dare voce a chi non ce l’ha, metterci la firma e potersi oltretutto pavoneggiare… essere anche pagati per questo! Che c’è di meglio!? Il male è quello che ho descritto prima, e poi oggi c’è una pletora di velleitari. Internet ha dato anche all’ultimo blogger l’illusione di potersi dire giornalista. Spesso molti di loro si prestano a fare da cassa di risonanza del potere, soprattutto quello televisivo. Più o meno consapevolmente si fanno usare, cosa che un giornalista non dovrebbe mai fare».

Cosa ne pensi invece dei giornalisti che si dedicano esclusivamente al web oggi, tralasciando tv e carta stampata? Sono degli illusi o dei perdenti?
«No, in quel caso si tratta di un tentativo di perseguire quella che sembra la via de futuro. Già c’è tanta gente che si informa solo attraverso la Rete. Grandi gruppi editoriali internazionali stanno scommettendo sull’online, qui da noi Angelo Perrino con Affari italiani fa un lavoro eccellente, Dagospia dal 2000 fa un’informazione effervescente, il gruppo Tiscali, Virgilio, etc. Il problema per i giornalisti è che Internet non dà ancora, in termini di ritorno economico, quello che promette. Il discrimine è quello, altrimenti rimane un hobby».

Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi: tra aneddoti ed esperienze altrui, se tu dovessi indicarmi una morale di questo libro?
«Ricevo tantissime e-mail, quasi ogni giorno. Tutti mi dicono di aver apprezzato le tante voci, le esperienze, i racconti sul mestiere di grandi colleghi come Feltri, Piroso, Mannoni, Mastrogiacomo, Cuffaro, Cazzullo, Sotis, Capuozzo, Giordano… Oltre a loro, sessanta grandi firme, c’è nel mio piccolo anche la mia, di esperienza. Racconto come un ventenne, senza amicizie o appigli familiari, sia riuscito ad arrivare in tv grazie all’incontro con un professionista illuminato come Luciano Rispoli. Negli anni Novanta dello scorso secolo, nella redazione di Tappeto volante in onda su Telemontecarlo ho imparato le regole di un giornalismo popolare, rispettoso, rigoroso. Io ammiravo Rispoli, anche da spettatore, e non perdevo occasione per spedire lettere a destra e a manca per magnificare le sue caratteristiche. Direttori di rete, anchormen, giornalisti, tutti dovevano sorbirsi le mie sperticate “recensioni” su Rispoli e tutti glielo riferivano. Così Luciano, quando lo chiamai per un’intervista perché nel frattempo avevo cominciato a collaborare al Tempo di Roma, mi chiese di sostituire un suo autore. La tenacia premia, dunque, questa è la morale».

Riguardo al futuro giornalistico, su cosa metteresti la firma?
«Sul fatto che avremo un giornalismo sempre più crossmediale, tutti i generi in interconnessione: quotidiani online, news sul telefonino, web radio e web tv e via dicendo. Sono anche convinto che passerà ‘a nuttata, come diceva Eduardo, e ci lasceremo alle spalle questo bruttissimo periodo economico, avvilente per il giornalismo».

Un consiglio/suggerimento dal quale consigli di diffidare?
«Mai credere a chi ti dice di non disturbare i potenti. Io ogni giorno nella mia rubrica sulle pagine del quotidiano Metro tiro mazzate ai teledivi, conduttori e dirigenti, che se lo meritano. Il prezzo da pagare è una certa emarginazione, ma la libertà non ha prezzo e ho la stima dei lettori, due milioni al giorno per il mio giornale, che mi scrivono e mi fermano per la strada. Devo ringraziare il mio direttore, Giampaolo Roidi, che mi lascia la più ampia agilità di manovra e mi difende dagli attacchi dei personaggi più supponenti».

Una parola, un episodio, una persona, insomma un qualcosa che, fino a oggi, potrebbe riassumere la tua carriera come giornalista.
«È legata sempre a Rispoli, mi spinse a cercare Macello Mastroianni in un periodo in cui tutti volevano intervistarlo per una sua presunta dichiarazione sull’alito della morte che avvertiva sul collo. Chiamai la moglie Flora, riuscii a convincerla a darmi il numero dell’albergo dove l’attore si era rifugiato. Marcello mi maltrattò ma dovette intuire la buona fede dei miei ventitré anni, così accettò di collegarsi con lo studio del Tappeto volante in cui Rispoli stava intervistando Vittorio Gassman. Mi affrettai a trascrivere e a passare alle agenzie il colloquio dei due grandissimi divi e il giorno dopo finimmo sul Corriere della sera e altri giornali. Lo considero un mio piccolo scoop».

Telegiornaliste anno VI N. 20 (237) del 24 maggio 2010


Tg2 “Achab Libri”: Maria Grazia Capulli intervista Mariano Sabatini sul suo “Ci metto la firma” [le foto]

08/04/2010

da Tg2 Punto it – Achab Libri dell’8/4/2010


“Ci metto la firma!”: Il Recensore.com intervista Mariano Sabatini

30/03/2010

di Stefano Giovinazzo 30 marzo 2010 l’originale [ QUI ]

Mariano Sabatini in “Ci metto la firma. La gavetta dei giornalisti famosi” (Aliberti editore, 2009) di uno dei mestiere più ambiti ancora oggi. Un volume che si configura, in un quadro d’insieme, come un’inchiesta sul panorama attuale del giornalismo italiano partendo dalle firme più importanti che vanta oggi l’Italia. Dalla gavetta all’esperienza del giornalista, dalla questione delle raccomandazioni (o “segnalazioni) fino alle scuole di giornalismo. VIDEO/L’autore parla del proprio libro a Televita

Ci metto la firma“: un libro di un giornalista sul giornalismo, rivolto ai giornalisti. Come nasce l’idea?
“Per i miei precedenti libri, sui Trucchi d’autore (pubblicati da Nutrimenti), durante le interviste in radio e in tv mi definivano sempre ’scrittore’. Scrivo libri ma non mi ritengo uno scrittore, piuttosto uno scrivente. Invece so di essere un giornalista che di volta in volta si mette al servizio di persone che hanno qualcosa da raccontare. Di qui, l’idea di un libro sulla gavetta dei giornalisti famosi. A giudicare dalle tante e-mail di apprezzamento ci ho visto lungo. Del resto sono riuscito a pubblicare il libro che io, quando iniziavo questo mestiere, avrei voluto leggere: pieno di racconti pratici, esperienze, dirette…”

Nel testo emergono tratti comuni per intraprendere (e/o inseguire) la professione giornalistica: tenacia, passione, rischio. Cosa ne pensa?
“Penso che sono le caratteristiche da cui un giornalista non può prescindere. La tenacia, che è servita anche al sottoscritto, per arrivare in assenza di appoggi. La passione per proseguire, tra mille frustrazioni, sacrifici, problemi, umiliazioni. Il rischio, purché calcolato e per quanto è possibile contenuto, per diventare una firma riconosciuta, autorevole, un riferimento per la categoria e per i lettori.”

Un giornalismo prima e un giornalismo dopo. In che fase siamo per quanto riguarda l’accesso alla professione? Sempre più una chimera essere pagati per scrivere?
“Hai fotografato il problema, internet rappresenta il non luogo privilegiato delle illusioni. Ma anche i giornali cartacei si vanno adeguando in negativo. Cerca di non pagare, senza valutare che in tal modo si inquina la professione. Tanti velleitari che fanno giornalismo per hobby.”

Le rigiro la domanda che lei ha posto ai suoi interlocutori: radio, tv, giornali, internet. Chi detterà legge nel giornalismo?
“Tutti i media in interconnessione, vivremo in un epoca sempre più cross mediale. Con grande malinconia per chi come me ha sempre amato e continua ad amare la carta, con i suoi odori e ingombri.”

Tre doti per fare il giornalista oggi?
“Ricchezza di famiglia, buone conoscenze, politiche o imprenditoriali, capacità di chinarsi e farsi sodomizzare dai potenti. Se non le hai sarai sempre un eccentrico, emarginato, scomodissimo, soprattutto se pretendi di dire, scrivere, diffondere la verità. O quella che ti sembra onestamente la verità.”

Poniamo il caso che si trovi davanti ad un ragazzo che ogni giorno invia decine di cv alle redazioni, si propone con numerosi pezzi, spera e aspetta con fiducia il proprio momento senza che la situazione si sblocchi. Cosa si sente di dire?
“Oggi il panorama è cambiato, c’è tanta concorrenza, tantissimi che vogliono – non mi spiego bene perché – fare i giornalisti. È vero che vanno moltiplicandosi i canali televisivi, le radio, i giornali, i siti internet ma l’andazzo è quella che ho detto prima. Anche la gravissima crisi economica in atto, non aiuta. Ci sono sempre meno certezze, tutele, reti di protezione. Ci sono pochissimi che guadagnano tantissimi e moltissimi che intascano poco o più spesso nulla. Eppure la passione ci salverà, ci porterà fuori dall’uragano. Solo chi è davvero motivato ce la farà.”

Tre aggettivi per il giornalismo del passato, tre per quello odierno e tre per quello futuro?
“Autorevole. Servizievole. Prono.”

La gavetta esiste ancora. Quello che non esiste più, invece, è la volontà di investire seriamente sulle nuove leve che spesso, senza generalizzare ovviamente, diventano soltanto stagisti di turno. Un suo pensiero.
“Vado a ingurgitare della cicuta, per darmi almeno una fine socratica. A parte gli scherzi, c’è poco da scherzare e dunque sorridiamo, stiamo allegri, la battuta eduardiana passerà. Stiamo all’erta, evitiamo di darci gratuitamente a editori furbi, che speculano sulla pelle dei giovani cronisti. Resistiamo. Occhi aperti, orecchie spalancate, buone scarpe, entusiasmo… Domani è un altro giorno, pieno di fatti da raccontare.”

Mariano Sabatini è giornalista professionista. È critico tv di «Metro» e Radio Capital e ha una rubrica su «Italia Oggi» e «Affari Italiani». Dagli anni Novanta a oggi ha scritto di costume, cultura e spettacoli per «.Com», «Il Giornale», i quotidiani del Gruppo Espresso, «Gioia», «Radio-corriere», «Film Tv», «Libero», «Il Tempo». Ha firmato come autore programmi di successo per Tmc, Rai e altre emittenti nazionali: Tappeto Volante, Unomattina, Parola mia, etc. Ha pubblicato La sostenibile leggerezza del cinema (ESI, 2001), Trucchi d’autore (Nutrimenti, 2005) e Altri trucchi d’autore (Nutrimenti, 2007).

Autore: Mariano Sabatini
Titolo: Ci metto la firma. La gavetta dei giornalisti famosi
Editore: Aliberti
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 18 euro
Pagine: 356


CI METTO LA FIRMA: ANCHE I GRANDI GIORNALISTI INIZIANO DAL BASSO

03/03/2010

di Marco Villa l’originale [ QUI ]

Il giornalista nasce seguendo la cronaca nera, cresce a forza di notti alcoliche e fumo di sigaretta e diventa adulto conoscendo ogni fonte. Questo, almeno, è lo stereotipo trasmesso dal cinema americano. Lo stereotipo italiano parla invece di suole consumate, praticantati, taglio di agenzie, pezzi che si allungano e sigle che diventano firme con impegno e pazienza.
Che sia a stelle e strisce o tricolore, il mestiere del giornalista pare condannato a essere dipinto a metà strada tra la vita sregolata delle star e quella ingrata dei lavoratori notturni.
Il libro “Ci metto la firma – La gavetta dei giornalisti famosi”, di Mariano Sabatini, cerca di fare luce su questo mondo. Edito da Aliberti Editore, il volume racconta la gavetta di sessanta grandi nomi del giornalismo nostrano.
Gli aneddoti, ovviamente, non mancano.
I primi giorni in redazione di Gianni Mura, che inizia casualmente a scrivere di sport imitando Gianni Brera e si prende per questo gli insulti del suo direttore. Oppure il bluff di Vittorio Feltri, che si improvvisa critico cinematografico pur di iniziare a collaborare con un quotidiano locale. I racconti al femminile di Lina Sotis, costretta a presentarsi al lavoro in pantaloni e mai in gonna e il nonnismo da caserma subito da Aldo Cazzullo per il fatto di essere uscito da una scuola di giornalismo e non dalla trafila dei giornali minori. O ancora, Mario Giordano che impara da Marco Travaglio cos’è un menabò e il telecronista Fabio Caressa inviato a seguire avvenimenti sportivi minori in ogni angolo del Lazio.
Tra precariati e rincorse verso il tesserino da professionista, i luoghi comuni finiscono per essere ridimensionati: il divieto di fumare ha trasformato le redazioni in ambienti simili a cliniche private, i computer hanno rimpiazzato la composizione manuale delle pagine in tipografia e la figura del giornalista solitario perde gran parte del suo fascino quando viene calata in improbabili realtà di provincia.
A non cambiare è la passione per il mestiere. Nei racconti degli intervistati il giornalismo è una sorta di predestinazione: non avrebbero potuto fare altro e non smetteranno mai di farlo, senza limiti di vecchiaia o di pensione. Insomma, una dichiarazione d’amore totale.
Poco importa se i tempi eroici sembrano ormai passati. Il messaggio ai giovani è chiaro: è un lavoro affascinante, ma c’è da faticare e reinventarsi in continuazione. Perché che si tratti di sport, politica, cronaca o costume, l’unica cosa che conta, in fondo, è portare sempre a casa il pezzo.

15/1/2010


Mariano Sabatini presenta “Ci metto la firma” a “Monitor” su Super3 TV

11/02/2010

Roma 11.2.10 – Mariano Sabatini interviene a “Monitor” a cura di Franco Rina, condotto da Paola Proietti con la partecipazione di Antonio Arabia, dopo mezzanotte in onda su Super3. Il giornalista presenta il ultimo libro, “Ci metto la firma” ed. Aliberti, sulla gavetta dei giornalisti famosi.


“Ci metto la firma” di Mariano Sabatini su SiciliaToday

11/02/2010

La “gavetta” dei giornalisti famosi

di Antonio Longo

l’originale [QUI]

Ed ecco quindi passare in rapida rassegna le risposte di operatori dell’industria delle notizie del calibro di Mario Giordano, Alfonso Signorini, Vittorio Feltri, Adele Cambria, Maria Giovanna Maglie, Maria Cuffaro, Sandro Ruotolo, Pietro Calabrese, Gigi Vesigna, Renato Farina, Lucio Caracciolo, Riccardo Barenghi, Daniele Mastrogiacomo, Claudio Sabelli Fioretti, Giovanna Botteri, Vittorio Zucconi, Lina Sotis, Aldo Cazzullo, Toni Capuozzo, Gianni Mura, Ennio Remondino, Maurizio Mannoni, Sandro Piccinini, Massimo Gramellini, Antonello Piroso, e le guest star del giornalismo internazionale Barbara Serra, Marcelle Padovani, Manuela Dviri.

“Succulente” interviste plurime in cui i protagonisti dei giornali e delle televisioni “regalano” anche utili e preziose dritte a tutti coloro che intendano introdursi nell’universo giornalismo, fornendo consigli e suggerimenti circa le doti che deve possedere un buon giornalista, gli errori da evitare, come si realizza l’intervista perfetta, come si scrive un attacco irresistibile, quali sono i testi da leggere ed i modelli da seguire.

Un vero e proprio vademecum per i futuri giornalisti, ma non solo, che grazie all’esperienza “sul campo” di coloro che “ci sono riusciti” aiuta a comprendere meglio meccanismi e processi che sovrintendono alla gestione e divulgazione delle news.


Ci metto la firma! al Fizz Show

03/02/2010

Mariano Sabatini presenta Ci metto la firma! al Fizz Show, il programma radiofonico ideato e condotto da Alessandro Fizzotti


INTERVISTA A MARIANO SABATINI: CI METTO LA FIRMA! di Marco Patruno (generazionep.blog.lastampa.it)

02/02/2010

l’originale [QUI]

Mi ha gentilmente concesso l’intervista il giornalista e noto critico televisivo Mariano Sabatini, autore del libro “Ci metto la firma! la gavetta dei giornalisti famosi – cosa facevano quando non erano nessuno” edito dalla casa editrice Aliberti http://www.alibertieditore.it Oltre a raccontare la sua gavetta e dell’incontro con il conduttore tv Luciano Rispoli, Mariano Sabatini intervista numerosi giornalisti della carta stampata e della televisione che raccontano loro stessi e il loro mestiere. Tra questi posso ricordare Maria Cuffaro, Massimo Gramellini, Alfonso Signorini, Giovanna Botteri, Sandro Ruotolo, Cesare Lanza, Pierangelo Sapegno, Edmondo Berselli… e molti altri ancora. Questo libro non lo letto di un fiato, ma quasi. Questo libro di Mariano Sabatini l’ho trovato molto più utile di tanti manuali teorici di giornalismo. Il giovane giornalista o aspirante tale può sondare e trovare una bussola di orientamento verso la “terra” della professione che va a calpestare e svolgere o cerca di svolgere…. Ricordo che Mariano Sabatini, dopo aver firmato tanti programmi televisivi d successo come autore (“Tappeto volante”, “Parola mia”, “Uno mattina”), è critico Tv del quotidiano free press “Metro” http://www.metronews.it/, è stato protagonista dei “Capitalisti” su “Radio Capital” http://www.capital.it/capital/home e partecipa spesso come opinionista in numerosi programmi di Rai, Mediaset e La7.

Marco Patruno – In alcune interviste del suo libro, lei domanda ad alcuni giornalisti se consiglierebbero ad un giovane di scegliere la strada del giornalismo. Lei, invece, suggerirebbe ad un giovane aspirante giornalista figlio di operai senza parentele politiche o giornalistiche di fare questo mestiere?

Mariano Sabatini – Lo suggerirei a chiunque avesse una passione insana per questo mestiere che, nonostante tutto, continuo ad amare. Sono brutti tempi, c’è poco lavoro, tanti sedicenti editori che sfruttano il lavoro di giovani speranzosi. Internet rimane una chimera: a chi lavora in questo ambito non dà ancora, in termini di guadagni e possibilità di sostentamento, ciò che promette da anni. Nondimeno, io sono figlio di persone per nulla introdotte, non avevo amicizie o spinte, eppure ce l’ho fatta ad ottenere il tesserino amaranto da professionista, dopo anni di gavetta e di lavoro come pubblicista. come pubblicista.

Marco Patruno – Nelle sue interviste la raccomandazione viene spesso accettata dagli intervistati come dato fisiologico di un sistema. La spiegazione che si da di solito è: se quel giovane avrà la stoffa andrà avanti, altrimenti no. Ma la raccomandazione non introduce una distorsione in una competizione e fa partire i giovani giornalisti su diverse linee di partenze?

Mariano Sabatini- Eh, sì, sono le ingiustizie della via. Anche un giovane notaio o farmacista, con antenati nella stessa professione, avrà la strada spianata. A differenza di altre professioni, il talento giornalistico però non si trasfonde per raccomandazione. Ci si può consolare in questo modo. I fuoriclasse, o comunque i più determinati, emergeranno comunque.

Marco Patruno – Secondo lei rispetto al passato ci sono maggiori o minori opportunità per i giovani giornalisti di fare carriera?

Mariano Sabatini – Minori, perché il mercato è saturo. Ogni sei mesi si tengono esami da professionista fin troppo facili che “laureano” sette – ottocento nuovi professionisti. Il mondo della comunicazione, in grande affanno per la recessione e la crisi della pubblicità, non può assorbirli. Insomma l’esame è una sorta di mattanza, crea per lo più candidati alla disoccupazione, o se va meglio al precariato prolungato sine die. Si moltiplicano i canali televisivi, le web radio, le piattaforme di giornalismo partecipativo ma non intravedo un gettito regolare di compensi adeguati agli sforzi. Mi dispiace apparire apocalittico, negativo, laddove il mio ritratto dello stato dell’arte è ispirato al puro realismo. In ogni caso, devo ripetermi, i malati di giornalismo troveranno in queste mie parole solo motivi per incaponirsi, cercando di farcela. Ed è giusto che sia così, in quanto lo spazio per i talentuosi, capaci di schivare trappole e sopravvivere alle angherie della gavetta, avranno di che esultare.

Marco Patruno – Recentemente è scoppiata la polemica sui bamboccioni a seguito delle dichiarazioni del ministro della funzione pubblica. Il dibattito è finito su quotidiani e periodici con articoli molto negativi sulla mia generazione (penso ad esempio l’articolo di Luca Ricolfi su Panorama). Non pensa che questo dibattito sia più un monologo di una generazione verso un’altra generazione?

Mariano Sabatini – Si tratta di fumo negli occhi che il ministro Brunetta, sempre ansioso di stupire e calamitare l’attenzione dei media, soffia negli occhi dei creduloni. I giovani, dai venti ai quarantacinque anni, perché in questo Paese la forbice è questa, per la prima volta stanno molto peggio dei loro genitori. Non c’è più neppure la speranza di migliorare il proprio status sociale. Questo è brutto, pericoloso, deprimente. Altro che bamboccioni, sono convinto che potendolo fare tornerebbero a casa da mammà anche quelli che hanno fatto coraggiosamente un passo fuori dal nido familiare.

Marco Patruno – Quali consigli o strategie si sentirebbe di comunicare ad un giovane giornalista per trovare il suo piccolo –minuscolo spazio nel giornalismo?

Mariano Sabatini – Come scrivo nel libro, consiglio di distinguersi prima possibile dalla massa a cui accennavo prima. Trovare un settore di competenza, specializzarsi, rendersi indispensabili per un giornale o una rete radiotelevisiva, senza tuttavia rinunciare a leggere, studiare, rimanere informati su tutto. Se ami il calcio devi sapere tutto, anche quanti peli ha sul petto, il più sfigato giocatore presente e passato della squadra cittadina. Se vuoi scrivere di cinema, non puoi non conoscere le filmografie dei maggiori registi, ma neppure dei minori. Se vuoi fare il cronista di nera devi dotarti di buone scarpe, pelo sullo stomaco, farti amici delinquenti, inquirenti, devi sapere tutto prima e più degli altri. Il mio libro è pieno zeppo di esperienze, aneddoti, curiosità, racconti impagabili… l’ho scritto pensando ai miei entusiasmi degli esordi. A trovare sessanta grandi nomi del giornalismo che mi raccontassero la loro gavetta, tra successi e scoramenti, ci avrei davvero messo la firma!


Mariano Sabatini presenta Ci metto la firma! a “Dispenser” su Radio2 Rai

06/01/2010

Domani, giovedì 7 gennaio 2010 Venerdì 15 gennaio 2010, Mariano Sabatini interverrà a “Dispenser”, alle 23 su Radio2 Rai. I conduttori Federico Bernocchi e Costantino della Gherardesca intervisteranno il giornalista e scrittore sul suo Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi ed. Aliberti.


“Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi”: la recensione di Rapallo Notizie

28/12/2009

la recensione di Rapallo Notizie


Brescia Oggi del 23/11/09 – Mariano Sabatini: foto di gruppo per i giornalisti di Nino Dolfo

27/11/2009

Brescia Oggi del 23/11/09 – Mariano Sabatini: foto di gruppo per i giornalisti di Nino Dolfo


La Voce dell’Isola intervista Mariano Sabatini su “Ci metto la firma!”

27/11/2009

Carta stampata e no: uomini e donne uniti da un mestiere affascinante – Maria Lucia Riccioli (La Voce dell’Isola del 19/11/09) intervista Mariano Sabatini in occasione dell’uscita del suo libro “Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi” (Aliberti editore)


su “Alice” domani, giovedì 26 novembre 2009, Mariano Sabatini presenta Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi (Aliberti editore)

25/11/2009

TV: SABATINI DOMANI A “CASA ALICE” SU ALICE
ROMA (ITALPRESS) – Mariano Sabatini partecipera’ domani a “Casa Alice” su Alice. Il giornalista, critico tv del quotidiano Metro, sara’ ospite nella cucina-tinello di Franca Rizzi per presentare il suo “Ci metto la firma. La gavetta dei giornalisti famosi” ed. Aliberti, in onda domani (giovedi’ 26.11.09) alle 7.30, alle 12.30 e alle 19.30. Alle 11, Sabatini interverra’ inoltre a “Wake Up”, la rassegna stampa di Radio Sapienza.
(ITALPRESS).

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ZCZC
VEL0556 3 SPE /R01 /ITA Tv, domani Mariano Sabatini a “Casa Alice”
Roma, 25 NOV (Velino) – Mariano Sabatini partecipera’ domani a “Casa Alice” su Alice. Il giornalista, critico tv del quotidiano Metro, ospite nella cucina-tinello di Franca Rizzi, presenta il suo “Ci metto la firma. La gavetta dei giornalisti famosi” ed. Aliberti Il programma va in onda domani (giovedi’ 26.11.09) alle 7.30, alle 12.30 e alle 19.30. Alle 11, Sabatini interverra’ inoltre a “Wake Up”, la rassegna stampa di Radio Sapienza. (com/dbr) 251619 NOV 09 NNNN


Ci metto la firma! Mariano Sabatini ai Lunedì del Sancarlino: l’articolo de Il Giorno

25/11/2009

Il giornalismo al femminile di Magda Biglia su Il Giorno ed. Bergamo-Brescia del 21/11/09)


Booksweb.tv: Alessandra Casella recensisce “Ci metto la firma!” di Mariano Sabatini

18/11/2009

clicca sul logo di bookweb.tv per vedere la video-recensione




Mariano Sabatini presenta Ci metto la firma ai “Lunedì del Sancarlino”

18/11/2009

Lunedì 23 novembre 2009, Mariano Sabatini presenterà “Ci metto la firma – La gavetta dei giornalisti famosi” (Aliberti editore) ai “Lunedì del Sancarlino” il tradizionale ciclo di incontri ospitato nel teatro di corso Matteotti a Brescia e curato da Carla Boroni con la collaborazione di Ezio Rojatti per la Provincia di Brescia. Al centro del dibattito il tema dell’uomo e del suo ruolo nella società.


Ci metto la firma!: Maria Lucia Riccioli intervista Mariano Sabatini

06/11/2009

l’originale [ QUI ]

copertina-defCi metto la firma! – La gavetta dei giornalisti famosi (Aliberti editore)

È la nuova fatica di Mariano Sabatini, autore e giornalista per la carta stampata, la radio e la televisione. Una serie di interviste a nomi “eccellenti” del giornalismo italiano, dai “grandi vecchi” come Zucconi e la Cambria alle nuove leve che saranno i punti di riferimento per i giornalisti di domani, dai cronisti sportivi a quelli che ci raccontano i cambiamenti di costume e le trame della politica. Editoriali e inchieste, scoop e rubriche…

   Un libro che si legge con curiosità e che potrebbe essere un ottimo aiuto per approcciarsi ad un mondo spesso mitizzato, ad una figura che il cinema e i romanzi ci hanno presentato di volta in volta come eroica o cinica e disincantata. Mariano Sabatini fa sfilare davanti ai nostri occhi i nomi e le esperienze di uomini e donne accomunati da un mestiere affascinante. Riusciamo quasi a vederli, dal loro primo giorno tra titoli, occhielli e sommari, alle loro giornate attuali, divise tra computer, riunioni, incontri, conferenze. 
   Pensiamo ai mitici cronisti dello scandalo Watergate, a tanti corrispondenti di guerra, ai grandi viaggiatori – Moleskine e matita in mano – pronti a raccontarci mondi esotici e popoli lontani. Come saranno i giornalisti dell’era di Internet? Quali nuove sfide dovranno affrontare per informare, commentare, divulgare, criticare in un mondo sempre più globalizzato?
   Dopo Trucchi d’autore e Altri trucchi d’autore (usciti rispettivamente nel 2005 e nel 2007 per Nutrimenti editore) in cui le domande erano rivolte a poeti e scrittori, stavolta Sabatini ci proietta nel mondo delle redazioni giornalistiche e televisive, tra un briciolo di nostalgia per le Olivetti 22 e le lampade schermate di verde e la passione per un mestiere che oggi richiede nuove competenze e utilizza gli strumenti delle nuove tecnologie.
   Se volete saperne di più, ecco il blog dedicato al libro: www.cimettolafirma.wordpress.com. E se vi va di conoscere meglio il suo autore, la sua mail è m.sabatini@libero.it.
   E adesso… chi di domanda ferisce, di domanda perisce. Vediamo come risponde Sabatini al fuoco di fila di domande cui ha sottoposto i suoi intervistati.

   sabatini-1Il tuo primo giorno in redazione?
Mai fatto neanche un giorno di redazione in un giornale, sempre da esterno, collaborando, proponendo e realizzando pezzi. In tv invece, a Tmc, progenitrice di La7, andai con il cuore che batteva fortissimo. Incontravo Luciano Rispoli, un mito per me. Ero emozionatissimo, tanto da toppare persino la sintassi e la coniugazione dei veri nello scrivere dei pezzi.
Cosa ti fa amare questo mestiere?
Il fatto di poterci mettere la firma, con tutto quello che significa, i tanti oneri e i pochi non trascurabili onori. Il fatto che la gente mi fermi per strada, scrivendo per un quotidiano che nel centro-nord è molto popolare, per commentare, complimentarsi, protestare. Mi riferisco al quotidiano Metro. Quelli che invece mi fermano per avermi visto in tv, dove vado spesso ospite, si complimentano per il solo fatto che ci ho messo la faccia…
Gli aspetti insopportabili?
I veleni, le invidie dell’ambiente, la gestione clientelare e dispotica nei giornali.
Le difficoltà che hai incontrato?
Non avere appoggi né familiari né politici o di amicizia. Quel pochissimo che ho fatto lo devo solo a me stesso, all’ingegno, alla forza di volontà, a Roma diciamo la tigna.
Hai mai fatto una markette?
Mai, mai, proprio mai. Solo qualche favore ad amici, mai niente che mi desse guadagno, e solo quelle per me sono markette.
Whisky, sigari, sregolatezze… il cinema ha esagerato nel raccontare il giornalismo?
Quello era il giornalismo di una volta, quello di Bogart nel famoso film. Oggi spesso un impiegato si muove e diverte di più di un giornalista al desk.
Com’è la tua giornata lavorativa?
A singhiozzo, perché lavorando in casa sono preso anche dalla gestione della famiglia, delle mie bimbe, la scuola e via dicendo.
I tuoi errori più gravi agli esordi?
Un certa arroganza, dovuta alla timidezza e al senso di inadeguatezza. Ma ho abbassato presto le penne.
La tua prima soddisfazione?
Essere riuscito, dopo tanto averlo ammirato in tv, ad intervistare Luciano Rispoli per Il Tempo. Erano i primi anni Novanta.
Lo scoop di cui vai fiero?
L’aver procurato al “Tappeto volante” un intervento di Marcello Mastroianni che è poi finito pari pari, trascritto da me, sul Corriere della sera. L’aver proposto e anticipato con largo margine su ItaliaOggi l’arrivo di Zavoli alla Commissione di vigilanza sulla Rai.
I tuoi modelli di riferimento?
Si può imparare da tutti, anche a distanza, leggendo, prendendo appunti, ritagliando i pezzi, facendosi un archivio personale.
Come si diventa una firma?
Ci vuole fortuna, fiuto, capacità di mettersi sulla lunghezza d’onda dei tempi, oppure astutamente andando controcorrente.
L’intervista che ti ha emozionato di più. E poi… chi vorresti intervistare?
L’incontro con Rita Levi Montalcini non lo dimenticherò, alla fine era lei che intervista me, dimostrando una commovente curiosità nei confronti degli altri. Chi vorrei intervistare? Papa Ratzinger, Bin Laden, il presidente Obama, la regina Elisabetta, Giorgio Napolitano… tanti, tanti, la curiosità è l’anima del giornalismo.
Il tuo rapporto con la tv e Internet.
Rapporto ossessivo, non so far a meno né dell’uno né dell’altra. E di entrambi diffido.
Come lavori per scrivere un pezzo?
Faccio il critico tv, principalmente, guardo tanta tv e dico quello che penso. Ne più né meno. Senza sconti.
Sempre meglio fare i giornalisti che lavorare?
Sempre meglio lavorare! E di questi tempi, soprattutto per i giornalisti, il lavoro purtroppo scarseggia. Ha da passa’ ‘a nuttata, per dirla con Eduardo De Filippo.

Maria Lucia Riccioli


Ci metto la firma!: Mariano Sabatini ne parla a Televita ospite di Andrea Menaglia

30/10/2009

Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi (Aliberti editore): Mariano Sabatini ne parla a Televita ospite di Andrea Menaglia nella trasmissione Libri oggi del 3/10/09


“Ci metto la firma!”: Mariano Sabatini ospite di “Mattino Italia” su Canale Italia domani lunedì 19 ottobre 2009

18/10/2009

mariano_sabatiniLunedì 19.10.09 alle 11.00 circa Mariano Sabatini interverrà a Mattino Italia, ospite in studio su Canale Italia (in chiaro e su Sky 883) di Riccardo Marino e Janet De Nardis, per un’intervista su “Ci metto la firma!” ed. Aliberti.copertina-def