CI METTO LA FIRMA: ANCHE I GRANDI GIORNALISTI INIZIANO DAL BASSO

03/03/2010

di Marco Villa l’originale [ QUI ]

Il giornalista nasce seguendo la cronaca nera, cresce a forza di notti alcoliche e fumo di sigaretta e diventa adulto conoscendo ogni fonte. Questo, almeno, è lo stereotipo trasmesso dal cinema americano. Lo stereotipo italiano parla invece di suole consumate, praticantati, taglio di agenzie, pezzi che si allungano e sigle che diventano firme con impegno e pazienza.
Che sia a stelle e strisce o tricolore, il mestiere del giornalista pare condannato a essere dipinto a metà strada tra la vita sregolata delle star e quella ingrata dei lavoratori notturni.
Il libro “Ci metto la firma – La gavetta dei giornalisti famosi”, di Mariano Sabatini, cerca di fare luce su questo mondo. Edito da Aliberti Editore, il volume racconta la gavetta di sessanta grandi nomi del giornalismo nostrano.
Gli aneddoti, ovviamente, non mancano.
I primi giorni in redazione di Gianni Mura, che inizia casualmente a scrivere di sport imitando Gianni Brera e si prende per questo gli insulti del suo direttore. Oppure il bluff di Vittorio Feltri, che si improvvisa critico cinematografico pur di iniziare a collaborare con un quotidiano locale. I racconti al femminile di Lina Sotis, costretta a presentarsi al lavoro in pantaloni e mai in gonna e il nonnismo da caserma subito da Aldo Cazzullo per il fatto di essere uscito da una scuola di giornalismo e non dalla trafila dei giornali minori. O ancora, Mario Giordano che impara da Marco Travaglio cos’è un menabò e il telecronista Fabio Caressa inviato a seguire avvenimenti sportivi minori in ogni angolo del Lazio.
Tra precariati e rincorse verso il tesserino da professionista, i luoghi comuni finiscono per essere ridimensionati: il divieto di fumare ha trasformato le redazioni in ambienti simili a cliniche private, i computer hanno rimpiazzato la composizione manuale delle pagine in tipografia e la figura del giornalista solitario perde gran parte del suo fascino quando viene calata in improbabili realtà di provincia.
A non cambiare è la passione per il mestiere. Nei racconti degli intervistati il giornalismo è una sorta di predestinazione: non avrebbero potuto fare altro e non smetteranno mai di farlo, senza limiti di vecchiaia o di pensione. Insomma, una dichiarazione d’amore totale.
Poco importa se i tempi eroici sembrano ormai passati. Il messaggio ai giovani è chiaro: è un lavoro affascinante, ma c’è da faticare e reinventarsi in continuazione. Perché che si tratti di sport, politica, cronaca o costume, l’unica cosa che conta, in fondo, è portare sempre a casa il pezzo.

15/1/2010


Mariano Sabatini presenta Ci metto la firma! a “Dispenser” su Radio2 Rai

06/01/2010

Domani, giovedì 7 gennaio 2010 Venerdì 15 gennaio 2010, Mariano Sabatini interverrà a “Dispenser”, alle 23 su Radio2 Rai. I conduttori Federico Bernocchi e Costantino della Gherardesca intervisteranno il giornalista e scrittore sul suo Ci metto la firma! La gavetta dei giornalisti famosi ed. Aliberti.